
Tecnologia e metodo Montessori possono andare d’accordo?
Il metodo educativo nato oltre un secolo fa e le tecnologie più moderno possono convivere? Un libro cerca di darci delle risposte chiarendo il metodo Montessori.
Tra le parole di Maria Montessori, troviamo questa frase che, già da sola, risponde a tutti i nostri dubbi: “Credo che l’introduzione di ausili meccanici diventerà una necessità generale nelle scuole del futuro. Vorrei, però, sottolineare che questi ausili non sono sufficienti per realizzare la totalità dell’educazione”.
Anche se al primo colpo d’occhio sembra che un metodo nato oltre cento anni fa non possa avere nulla in comune con le tecnologie moderne, soffermandoci attentamente sulle necessità della pedagogia ci renderemo conto che non c’è tutto questo divario che immaginiamo. Ad aiutarci a capire meglio le connessioni tra i due mondi è un libro di Mario Valle: “La pedagogia Montessori e le nuove tecnologie”.
Per prima cosa, nel libro, si fa un’analisi su come, la famosa dottoressa, usava i materiali. Li studiava , li analizzava ma in particolare cercava di capire come li usavano i bambini. Quello che per lei era fondamentale era la libera scelta, l’autocorrezione e l’individualizzazione. Non basta dare un oggetto ad un bambino, bisogna capire qual è il loro approccio, come lo vedono e come reagiscono alla sua presenza.
Sempre secondo l’approccio montessoriano, i bambini fino a sei anni devono esser lasciati liberi di esplorare, toccare, annusare, sporcarsi, mordere, usare tutti i sensi per capire cosa lo circonda. Solo dopo i sei anni potrebbe entrare in contatto con la tecnologia, pronto a recepire nuove nozioni. Valle, forte della sua esperienza in un istituto montessoriano in Svizzera, ci racconta diverse situazioni in cui la tecnologia è entrata a far parte del mondo scolastico per ridurre la mole di lavoro degli insegnanti più che come vero e proprio mezzo per stimolare le conoscenze del bambino, quindi la tecnologia con il metodo Montessori può andare d’accordo ma deve essere un mezzo di stimolo della mente, non della repressione.