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Giornali di oggi: la conoscenza e a la tecnologia

La tecnologia nell’ambito del giornalismo, in questi tempi, è obbligatoria, non si può assolutamente evitare, ma non basta per fare del buon giornalismo: ci vuole la conoscenza. Fin dagli albori, le testate giornalistiche, hanno dovuto mantenere il passo con i tempi. Basta pensare all’arrivo della telescrivente, del computer, della macchina fotografica portatile. La tecnologia è sempre stata accolta come un mezzo in più per dare le notizie nel migliore dei modi, ma non è mai venuta meno la conoscenza, il sapere, la preparazione professionale dei giornalisti.

Le classiche domande a cui ogni giornalista dovrebbe rispondere per fare un articolo (Chi? Quando? Dove? Cosa?)  non dovrebbero mai venir meno, anche se si ricorre all’ausilio della tecnologia. Eppure non sembra che la pensino allo stesso modo le testate giornalistiche che tendono a propinarci sempre più spesso notizie errate, incomplete e scritte male. Il mondo dell’editoria si muove sempre di più verso il colpo di scena, lo scoop a qualsiasi costo, senza dare reale importanza a quello che comunicano. Stessa sorte tocca ai telegiornali che s’inseguono dicendo sempre le stesse cose in modo sempre più confusionario, che cercano disperatamente di attirare l’attenzione dell’utente con immagini o notizie choc. Purtroppo la professionalità sta lasciando sempre più spazio all’improvvisazione che porta sempre più caos nella conoscenza dell’utente. La notizia non è più un servizio, è diventata solo una caccia al tesoro.

Fortunatamente ci sono ancora delle eccezioni che spingono per mantenere la qualità dell’informazione, pur sfruttando al tecnologia. Per fare un esempio basta guardare il Sole 24 ore che è il quotidiano con il maggior numero di abbonati digitali, eppure ha mantenuto il suo carattere di informatore civico, indirizzato agli interessi dei cittadini. Questo dimostra che la professionalità e la tecnologia possono andare tranquillamente a braccetto senza che uno prevarichi l’altra. L’informazione corretta è un diritto del cittadino e un dovere del giornalista.