Arrigo Sacchi, “l’Italia perde il solista migliore. Allegri necessita di un gruppo vero”.
“Dirigenti e tecnico dovranno impegnarsi che evitare che rimanga un segno con la partenza di Ronaldo. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”, queste le parole dell’ex c.t.
“Sono contento che Ronaldo sia andato al Manchester United perché con la squadra di Guardiola ci azzeccava poco. Anche se Ronaldo è un fenomeno lì fanno un calcio totale e lui non è da gioco totale”. Nelle parole di Sacchi, sul percorso in Italia di Ronaldo, c’è obiettività e ci offre anche un’ipotesi della Premier League.
Sta per iniziare una nuova stagione calcistica e le squadre si stanno preparando per la prima di campionato. Se amate il calcio e siete appassionati di scommesse online allora sul web troverete tanti bookmakers ma l’importante è che siano bookmakers italiani.
L’Italia ha una stella in meno
“l’Italia perde un solista grandissimo forse si può definire il migliore. In campo si è in 11 quindi conta il collettivo. Senza gli altri il singolo non può vincere. Anche Maradona è stato un grande ma non ha mai vinto la Coppa dei Campioni”.
Mondiale nel 1986 da solo
“certo ma dovete credermi se dico che il singolo ha bisogno di una squadra molto di più di quanto una squadra ha bisogno del singolo. Quando Ronaldo è stato acquistato era per vincere la Champions League ma la Juve non l’ha conquistata. Questo perché in una squadra il singolo deve essere integrato e disposto a sacrificarsi per gli altri altrimenti sei fuori”.
Ronaldo in Italia, la sua esperienza
“la cosa che mi viene subito in mente è che nel nostro campionato poteva arrivare prima. Quando nel 2003 ero direttore tecnico del Parma offrimmo allo Sporting Lisbona 12 milioni ma con 16 o 17 vinse l’asta il Manchester United.
Ronaldo alla Juventus ha segnato tanto, lui è un fenomeno quando vede la porta e gioca proprio per quello. Ti fa due gol se gli capita l’occasione ma non è un giocatore per squadre che puntano sul collettivo”.
I tifosi divisi nell’addio
“era logico, i tifosi della Juve sono abituati a pensare che sia individuale il calcio e si affezionano ai campioni adorandoli ed amandoli. La cosa da amare in campo è il gioco perchè quello non abbandona mai”.
Allegri, Sarri e Pirlo i tre allenatori
“non ho visto grandi differenze. Le cose da lui fatte sono ad altissimo livello e sempre le stesse. Come singolo ha bisogno di essere alimentato, di toccare molto il pallone e più occasioni in porta. Ecco che ha bisogno di una squadra padrona della sfida e dominatrice in campo”.
La Juventus ora indebolita?
“non posso saperlo. La cessione è stata dolorosa ed ora c’è molto lavoro per i dirigenti e l’allenatore per non far rimanere il segno da questa cessione.
Per quanto riguarda un indebolimento torniamo sempre lì, se il calcio fosse uno sport individuale si ma se si pensa alla squadra è solo una cessione da cui ripartire per ottenere energie ed avere un futuro ancora più brillante. Ora senza di lui il gruppo deve diventare ancora più gruppo.
Ci saranno delle responsabilità maggiori perché ora nessuno può dire “ci pensa Ronaldo!” ora tutti si devono caricare in campo del gioco, della manovra, di tutto. Questo per la Juventus sarà un bene perché così riesce ad essere un collettivo vero dove i singoli saranno integrati perfettamente con il gruppo.
Questo è il passo giusto da compiere perché in questo modo la squadra attraverso questo fondamentale passaggio potrà dominare in campo europeo”.