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La torta fritta e la politica

La storia della politica è costellata da eventi “strani”, piccoli eventi senza senso che hanno scatenato grandi guerre.

La guerra della torta fritta

Questa volta, a sconvolgere gli equilibri della politica italiana non sono problemi legati all’economia, alla disoccupazione, all’immigrazione, alla sanità. Nossignori, qui si parla di cose ben più serie! A creare una spaccatura che mai nessuno riuscirà a ricucire è stata la torta fritta, ma andiamo per ordine.

Luogo della disfida: Fontanellato, in provincia di Parma.

Colpevole: la torta fritta, prelibatezza tipica della zona.

Sfidanti:  destra e sinistra che, come in qualsiasi buon racconto di Guareschi, litigano per un nonnulla.

La storia di un piatto semplice amato da tutti

La torta fritta  si può farcire con tutto: pancetta, salame,  coppa o, goloseria di cui Giuseppe Verdi andava pazzo, con la spalla cotta di San Secondo. La torta fritta a Fontanellato è come il gnocco a Modena o la piadina a Rimini: uno di quei piatti della tradizione che trovi in ogni fiera, festa, sagra o evento a scopo sociale, politico, culturale, caritatevole o sportivo. Per farla breve: piace a tutti. Basta pensare che il box di fronte al Santuario è disponibile, a turno, per tutte le associazioni, una domenica a testa.

Allora, cosa è successo? Durante una seduta del consiglio comunale, l’opposizione di centrodestra ha scoperto le sue armi e ha interrogato il sindaco senza mezzi termini: “E’ vero che lo strutto fuso è finito nelle fogne?”

Ad esser preso di mira è il box, piuttosto vetusto, dove si prepara la rinomata torta fritta. “Non è a norma, non rispetta le norme igienico-sanitarie e quelle di sicurezza”. Il sindaco, alla luce dei fatti, ha  passato la palla all’Asl che ha bloccato la produzione, facendo saltare il turno a quattro associazioni. A questo punto è esploso un dramma: strategie, speculazione, spionaggio e chi più ne ha, più ne metta. Il consigliere che ha presentato il caso ha  ricevuto lettere minatorie, e ha dato del manipolatore al sindaco. Questo si è arrabbiato perché non vuole passare da manovratore perché: “Mettere a rischio un’istituzione fontanellatese come la torta fritta è da irresponsabili!”

Alla fine, tutti presi da astinenza da torta fritta, hanno dato l’ok per la riapertura del chiosco e hanno stanziato 70 mila euro per il suo ripristino. Cosa non si farebbe per la torta fritta!